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lunedì 23 luglio 2012

Lilyum - “Nothing Is Mine”

Full-lenght, Dusktone, 2011


“Nothing Is Mine”, quarto Full-lenght consecutivo dei Lilyum, è di certo un piccolo gioiello che è riuscito a far parlare di sé internazionalmente (e non solo) la formazione italiana. Esso, infatti, è da considerarsi una pietra miliare nella carriera dei nostri, sia per il fatto che è stato il loro primo disco prodotto in maniera professionale, sia perchè l’ineccepibile qualità dei pezzi contenuti al suo interno ha quasi fatto varcare la soglia della consacrazione a Kosmos Reversum (leader e mastermind della band) e soci.

Partirò ad analizzare il seguente platter proprio dal suo titolo, che si traduce letteralmente in “Il Niente è Mio”: non poteva essere scelto titolo più appropriato per raccogliere questi nove brani di odio. E infatti è nuovamente l’odio, come di consueto, il sentimento che la fa da padrone, anche se questa volta, rispetto al passato, esso è più distaccato, completamente inumano, quasi come se provenisse da un’essere che una volta era un uomo, ma che adesso si è tramutato in qualcosa di nero ed ultraterreno. La musica sembra sempre di più provenire ad un’oscura dimensione malvagia, mentre l’odio che si annida in essa tende a diventare sempre più profondo ed abissale; gli emblemi di questa descrizione sono molti e si identificano con la maggior parte dei pezzi qui contenuti: già l’intro/title-track gela il sangue nelle vene, concepita per allontanare l’ascoltatore da ogni sentimento tipico di una qualsiasi forma di vita. Pochi istanti dopo, parte quello che secondo me è il pezzo da novanta dell’insieme, ovvero “Altar of Darkness”: sarà per l’incredibile voce infernale di XeS, che in alcuni punti sfodera parti in cantato quasi rituali rendendo il pezzo una vera e propria invocazione, o forse per la gelida drum machine, fatto sta che la traccia in questione risulta incredibilmente diabolica e riuscita al 100%. Altri episodi al di sopra della media sono senza dubbio la successiva “Fides Belialus”, “Into the Fire”, vero e proprio viaggio tra le fiamme dell’inferno, “I am the Black Plague” con i suoi riff crudeli e la conclusiva “My Darkened Path”, che chiude con un pizzico di disperazione il cammino attraverso il vuoto buco nero che questo platter ha creato nella mia mente girando in continuazione nello stereo.

L’evoluzione dei Lilyum è tutt’altro che celata e “Nothing Is Mine” ne è la prova: ormai i nostri hanno raggiunto una personalità tale da potersi ritagliare un posto di rispetto su uno dei piedistalli del nero pantheon italiano; ancora un altro disco di questo calibro e saranno sicuramente consacrati da ogni Blackster della nostra penisola. Qualche tempo fa è uscito “Human Void”, interessante EP che ha la funzione di antipasto per ciò che il futuro della band ci riserverà: se si ascolta quest’ultima uscita, le aspettative per un nuovo capitolo non possono che essere alte. Aspettiamo e vediamo: intanto continuiamo ad odiare, chiusi nella dimensione sonora di “Nothing Is Mine”.

Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 80/100


Tracklist:

01.Intro - Nothing Is Mine 01:16
02.Altar of Darkness 06:19
03.Fides Belialus 05:29
04.Slave of Hate 05:10
05.Hic Fuit Locus Traitor 05:16
06.Into the Fire 05:58
07.The Eternal Embrace of Dark Dream 04:11
08.I Am the Black Plague 04:31
09.My Darkened Path 04:42

Durata 42:52

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