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lunedì 19 marzo 2012

Nebrus - “From The Black Ashes”

Full-lenght, Schattenkult Produktionen, 2012


Dopo aver ascoltato un lavoro come questo “From The Black Ashes” dei nostrani Nebrus, posso affermare con certezza che presto un nuovo nome di spicco sarà presente tra l’elenco delle band dell’attuale scena italiana. Infatti, questo Full-lenght che deve uscire l’8 Aprile di quest’anno, è un’incredibile varietà di odio e marciume che sa colpire l’ascoltatore con superbi cambi vocali e riff di chitarra tutt’altro che scontati. Già dall’opener “Apocalypse” si deduce che i toscani non scherzano, l’odio e la malvagità scaturiscono da ogni singola nota del platter.


Nati nel vicino 2008 dalle menti di Noctuaria (synth e voci) e Mortifero (chitarre, basso e batteria), che dopo aver sperimentato in un progetto Funeral Doom/Ambient chiamato “I Sentieri Di Staglieno” (Staglieno è uno dei cimiteri monumentali più importanti d’Europa ed è situato qui a Genova), decidono di tenere in considerazione i risultati ottenuti da queste loro sperimentazioni evolvendosi verso un genere ancora più oscuro (il Black Metal, appunto, quello dei primi anni novanta); dopo aver rilasciato la precedente Demo “Twilight Of Humanity”, danno alla luce (o alle tenebre, dipende dai punti di vista) questo fantastico “From The Black Ashes”. Quando ho letto sulla loro biografia ufficiale che a cantare non era un uomo, non credevo davvero ai miei occhi: la voce di Noctuaria è appunto qualcosa di blasfemo, un grido malato e totalmente in decomposizione, degno del rispetto del signore della decadenza Meyhna’ch; è difficile trovare queste qualità in generale, e in una donna lo è ancora di più, essendo che il panorama Black Metal non è affatto densamente frequentato dal gentil sesso, soprattutto alla postazione di cantante. Ma le sorprese non finiscono qui: Noctuaria riesce a tirar fuori da dentro di se ben tre diverse tipologie di cantato, come quella cupissima e putrescente (che sarebbe quella portante), uno scream mortalmente lancinante e momenti corali davvero interessanti di cui ne abbiamo un chiaro esempio in “Falling”, pezzo veramente grandioso e quasi epico. Ma esso non è il solo episodio degno di nota: tutti meriterebbero di essere citati, ma un particolare plauso va ai riff di “Chains” (qui possiamo cogliere la maestria sempre di Noctuaria nell’uso dello scream) e a quelli di “Damned”, oltre alla follia sacrilega di “Chaosong”. Infine è da prendere in considerazione anche “Banquet of Oblivion”, che doveva inizialmente far parte di uno Split ancora non rilasciato chiamato “In The Deepest Solitude”, il brano più lungo e sperimentale dell’insieme posto alla chiusura dell’ascolto come bonus.

Il Black Metal (quello vero intendo, che non ha bisogno di tecnica ed è cattivo, marcio e ultraunderground) in Italia c’è, c’è sempre stato e sempre ci sarà: sta a noi ascoltatori andarlo a stanare nei meandri più bui della nostra scena. I Nebrus il mese prossimo ci regaleranno questo gioiellino di grezzume e cattiveria, e il mio consiglio è solo uno: supportateli, perché ne vale davvero la pena; io sarò sicuramente tra coloro che lo acquisteranno, perché mi ha colpito molto in positivo ma soprattutto perché le sonorità mi hanno davvero fatto vivere un’esperienza regressiva verso i primordi del genere. Non vedo l’ora di averlo in formato fisico nel mio stereo per poter odiare, insieme a questo malvagio duo, il genere umano.

Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 83/100


Tracklist:

01.Apocalypse 5:39
02.Chaosong 5:59
03.Chains 7:10
04.Damned 6:19
05.Falling 5:32
06.End 6:17
07.Banquet of Oblivion (Bonus Track) 10:00

Durata 46:52

http://www.myspace.com/666nebrus
http://www.wix.com/nebrus66/band