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mercoledì 8 aprile 2015

Imago Mortis - "Carnicon"

Full-lenght, Drakkar Productions, 2014


Streghe, arti oscure, pestilenza, inquisizione: tutto questo non è solo frutto dell’immaginazione di qualche regista Horror o scrittore Fantasy. Queste cose sono esistite, molti anni fa. Non dobbiamo pensarle come a fatti legati a luoghi remoti, perché tutto questo è stato anche qui, vicino alle nostre case, nel lontano quattordicesimo secolo ed anche precedentemente. E in quale contesto musicale questo nostro oscuro passato può nuovamente rivivere se non tra le note del Black Metal? Non è da tutti, però, riuscire a rievocare certe epoche antiche: ciò può avvenire solamente se chi ci racconta queste storie è dotato di molto talento. E, per l’appunto, gli Imago Mortis sono la band che fa al caso nostro.

Attivi niente meno che dal 1994, i bergamaschi hanno preso la decisione, nel corso della loro carriera ultraventennale, di inserire sempre più elementi folkloristici all’interno dei concept delle loro uscite: io iniziai a seguirli nell’ormai lontano 2006, data di uscita del loro debutto “Una Foresta Dimenticata” e, da allora, l’elemento per me fondamentale della lingua italiana come scelta per la scrittura delle lyrics si è fatto sempre più preponderante, sino ad arrivare all'introduzione di interi pezzi in dialetto e parti in latino in “Ars Obscura”, nell’EP “Sgàbula” (precedentemente recensito qui) ed infine in “Carnicon”, il disco che sto per descrivervi, abolendo definitivamente la lingua inglese. Il corposo booklet di “Carnicon”, come quello del suo predecessore, non è soltanto un insieme di foto “True” con qualche bestemmia in lingua morta: è, invece, un vero e proprio resoconto storico, ricco di aneddoti e particolari interessantissimi, il tutto tradotto in inglese in modo da poter così “esportare” un pezzo della nostra storia anche all’estero. Ho sempre sostenuto che più il concept di un disco è dettagliato, più è facile per l’ascoltatore calarsi nell’ascolto, e questo disco ne è l’ennesima conferma: leggere le molte curiosità e le lyrics nel libretto mentre si ascoltano pezzi quali l’opener “Per chi ga renegà la fede”, dialogo tra un inquisitore e la presunta strega incriminata, accentua moltissimo la bellezza del brano in sé.

Inoltre potrei descrivere qui di seguito la storia dietro “Il Canto del Negromante”, sicuramente la punta di diamante dell’insieme, o il significato della frase “Hodie Mihi Cras Tibi”, titolo di un pezzo che rapisce immediatamente grazie al riff di chitarra con cui parte, o ancora l’etimologia della parola “Carnicon”... ma non lo farò. Preferisco che siate voi lettori a scoprirlo da soli, acquistando questo piccolo gioiello tutto italiano e consumandolo come sto facendo io. Lunga vita quindi agli Imago Mortis, divenuti ormai un punto di riferimento nella scena italiana.

Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 80/100


Tracklist:

01.Per chi ga renegà la fede 08:44    
02.Oltretomba 10:58    
03.Lümere 06:09    
04.Hodie Mihi Cras Tibi 08:25    
05.Il canto del negromante 07:37
   
Durata 41:53

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