IMPORTANTE: NOCTURNAL POISONING WEBZINE CERCA REDATTORI!
Se hai ampie conoscenze sul Black Metal, segui la scena frequentemente, ti piace scrivere e puoi darci la tua disponibilità, contattaci al seguente indirizzo: nocturnalpoisoningzine@gmail.com

Inoltre, finchè non avremo un numero di redattori sufficiente per poter aggiornare la nostra Webzine ogni giorno, la pubblicazione di nuove recensioni sarà discontinua.

- Lo Staff di Nocturnal Poisoning.

sabato 3 maggio 2014

C.M.E. - “Mund”

Full-lenght, Metropolitan State Productions, 2014


E’ inutile cercare di tenere lontane certe realtà: esse strisciano nel buio dell’underground, e prima o poi si accorgeranno l’una dell’altra, unite dai loro numerosi punti in comune e dalla loro malata Weltanschauung. Non importa se sono a migliaia di chilometri di distanza, ed un oceano le divide, come è successo a due one-man band quali Cryostasium, conosciuto da molti, anche dal sottoscritto, per il fantastico Split con Xasthur (purtroppo questo progetto vive in ombra di quella release, e gli ascoltatori si fermano, a torto, solo ad essa, senza immergersi nell’ascolto dei restanti ottimi dischi che Cody Maillet ha sfornato nel corso degli anni) e Macabre Enslaver, che ha già avuto modo di distinguersi molto positivamente in passato sulla nostra Webzine grazie ad un singolarissimo disco chiamato “Le Sporche Strade Della Mente”: del resto, chi vive ai margini della società, spesso è attratto dai propri simili.

E da questa malata unione nasce quindi C.M.E., un acronimo che non sta a significare altro che “Cryostasium / Macabre Enslaver”; ok, non sarà certo un moniker poetico, ma fa il suo sporco lavoro, in quanto serve solamente a ricordarci che in “Mund”, il disco in questione, tutto è stato fatto dividendo equamente il lavoro tra le menti dei due progetti (eccezion fatta per la batteria, suonata interamente da Mirg). Ma non parliamo di chi suona cosa, anche perché i due non vogliono assolutamente sfoggiare la loro tecnica: sarebbe inutile descrivere “Mund” dal punto di vista musicale; può solo essere descritto da quello sensazionistico dell’ascolto. Immaginatevi, quindi, partita “Enter Stasium”, di entrare in una di quelle case di periferia abbandonate, piene di scritte sui muri fatte con la bomboletta spray da qualche gang di adolescenti annoiati. Ma questa abitazione, ultimamente, ha di nuovo degli inquilini, nonostante essi non siano in casa al momento: su un tavolo sgangherato, sono posati cucchiai storti, accendini e siringhe usate, il tutto contornato da birre in lattina mezze piene, la cui metà mancante è sparsa sul pavimento, formando grosse chiazze che si mischiano a quelle di sangue rappreso. Ed è proprio mentre notiamo quest’ultimo particolare che parte la successiva “Deathole”, forse il momento più oscuro del Full-lenght: cibo, forse pizza, è stato lanciato sui muri. L’unico specchio è stato staccato dalla parete ed infranto sul pavimento; sulle schegge sono visibili i residui di polveri bianche, mentre su alcune di esse è ancora del sangue ad attirare la nostra attenzione. Una branda ammuffita giace in disordine sotto ciò che rimane di una finestra, da cui filtrano le luci del pomeriggio: qualcuno stava cercando di soffocare il chiaro sole estivo sigillando ermeticamente gli spiragli di quella finestra con sacchi neri per l’immondizia, ma alla fine si è arreso a tutto quanto. E’ solo quando comincia “None”, però, che ci accorgiamo delle urla felici dei bambini provenienti dalla finestra: un parco giochi dev’essere lì fuori, molto vicino a tutto questo. “None” rappresenta quindi l’attacco di panico imminente, scatenato forse dal fatto che tra le sudice coperte della branda sta riposando una bambola, logora, macchiata indelebilmente, ma sempre sorridente. Che diavolo ci fa una bambola in mezzo a tutto questo? E perché continua a ridere nonostante tutto quello che vede qui dentro? Come fanno i bambini ad essere felici se sono così vicini all’inferno? Sono questi pensieri che ci inducono a correre via. “Interlude” scandisce infine le oscure riflessioni che prendono forma nelle nostre menti dopo aver assistito a tutto questo, segnando inoltre la “Fine del primo tempo”: già, perché le rimanenti due tracce sono senza dubbio scollegate dalle precedenti. “Makaroff” vince il premio per il pezzo più disturbante dell’insieme: ripetizioni stridule e monotone mi sono entrate nella testa non appena ascoltai questo brano la prima volta, e da allora non sono mai più uscite. A volte ho quasi bisogno di riascoltarlo, come se si trattasse di un bisogno primario del mio organismo. La chiusura è lasciata alla title-track, per me vera e propria sorpresa, perché in essa la componente Black Metal è decisamente più marcata rispetto a prima: essa non è altro che un nero riassunto di tutto ciò che provano i due autori, un infame orifizio da cui esce solo disgusto. Se la prima parte della release ha preso molto da Xasthur, la title-track è decisamente simile allo stile di Leviathan: insomma, è la scuola americana a farla da padrona.

Questo è ciò che “Mund” mi ha trasmesso. Ma sono certo che ad ognuno di voi, essendo un lavoro passibile di interpretazione, dirà qualcosa di diverso, proprio come l’enigmatica cover: beh, a me il suo segreto è stato rivelato, ma non voglio influenzarvi su ciò che potrete scorgerci. Infatti, la cover rappresenta al meglio ciò che è racchiuso in questo disco, ovvero sinfonie distorte ed oscure che ad ognuno faranno vivere incubi differenti: che aspettate quindi ad esplorare il vostro subconscio attraverso esso?

Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 84/100


Tracklist:

01.Enter Stasium 07:20
02.Deathole 03:50
03.None 05:41
04.Interlude 02:06
05.Makaroff 07:56
06.Mund 07:04

Durata 33:57


Macabre Enslaver:

macabreenslaver@live.it
https://www.facebook.com/macabreenslaverofficial
http://macabreenslaver.blogspot.it/


Cryostasium:

cryostasium@gmail.com
https://www.facebook.com/pages/Cryostasium/203631363060657
http://cryostasium.bandcamp.com/