Quello adottato da Infamous, one-man band sarda di cui ho già scritto parecchio in passato qui su Nocturnal Poisoning, è uno dei metodi migliori di procedere con la propria carriera musicale. Ho già espresso in precedenza il mio parere riguardo il continuare a sfornare dischi senza alcun cambio stilistico, se non di qualche dettaglio; per farvi un esempio che spesso ho già citato, gli Horna continuano da anni a proporci gli stessi suoni e le stesse tipologie di composizioni, ed io e molti altri, puntualmente, non appena esce un loro nuovo lavoro, lo acquistiamo quasi sempre a scatola chiusa, sapendo già che i grandi finlandesi non ci deluderanno: ed è proprio quello che sta accadendo, per quanto mi riguarda, con Infamous.
Del resto, perché rischiare di andarsi ad infilare in qualche intricato dedalo di esperimenti sonori se il proprio lavoro lo si sa già fare bene così, naturalmente e senza inutili complicazioni? Non è il caso che risponda a certe semplici domande retoriche, la risposta la conoscete anche voi, ed è la stessa che vi viene data ogni volta che mettete nello stereo un platter di Shatraug e soci. Certo, ci sono band che ogni tanto riescono a creare qualcosa di nuovo e di veramente interessante, ma la maggior parte di esse nasce con questo proposito, senza cambiar rotta a metà carriera: questa, di solito, è da me considerata la “sciagura” più grande che si possa abbattere su una realtà già fortemente affermata, che la condurrà direttamente al disastro (e qui di esempi ce ne sarebbero parecchi da fare, ma lasciamo perdere perché è un argomento che da sempre mi innervosisce). Nella recensione di “Abisso” avevo accennato ad alcune novità introdotte nell’EP, come l’uso di clean vocals in una traccia; mi ero allarmato, pensando che S.A. (il leader e unico membro della formazione sarda) volesse proseguire verso quella pericolosa direzione, invece con mia grande sorpresa ed ancora più grande gioia, mi ritrovo nuovamente qui a parlarvi di un terzo centro di questo progetto: il sound è il solito, anche se questa volta l’anima Black Metal si fa ancora più sentire. Infatti, “Rovine E Disperazione” è molto più violento delle precedenti release, ed anche molto più lineare, con molte meno parti acustiche: “Per troppo tempo ci siamo inginocchiati davanti ai mercanti”, ci mette in guardia S.A., scrivendo queste poche frasi all’interno del booklet, e presentando questa sua ultima fatica come “Un inno di rivolta per non soccombere alle Rovine ed alla Desolazione di questo mondo”. Una sorta di concept album, quindi, e questo si evince anche dando una rapida occhiata alla tracklist: le tracce si chiamano solo “Rovine” o “Desolazione”, due uniche canzoni divise rispettivamente in tre e due parti. Non riesco a trovare difetti nell’insieme, se non forse la durata totale del disco, che non raggiunge neanche i quaranta minuti: una “Desolazione III” magari avrebbe contribuito a colmare gli spazi rimasti vuoti ma, si sa, meglio far meno che annacquare un prodotto già perfetto così com’è. L’ascolto procede senza intoppi, ed i momenti migliori si ritrovano nelle prime parti di entrambi i titoli e nella terza di “Rovine”, la più lunga (quasi dieci minuti) e quella che si avvicina di più ai tempi di “Of Solitude And Silence”, che ancora rimane per me il capolavoro di questa realtà nostrana.
Spendo ancora qualche parola sull’esordio “Of Solitude And Silence”: il voto che ai tempi gli avevo assegnato, con il passare degli anni e degli ascolti, sicuramente è salito ulteriormente; del resto, nonostante io faccia girare nel mio stereo dozzine di volte un qualsiasi disco prima di recensirlo qui, un lavoro non può essere compreso appieno se non nel continuare ad ascoltarlo nel corso degli anni. Noi siamo già abbastanza lenti ad aggiornare questa Webzine, figuratevi se dovessimo aspettare anni prima di dare un giudizio oggettivo alle decine di release che ci arrivano settimanalmente! Questo lo dico perché spero che succeda altrettanto con “Rovine E Disperazione” e con tutti gli altri lavori che solo il tempo può aiutarmi a comprendere al meglio. Quindi, come vi dissi già nel 2012, provate ad ascoltare quello che Infamous ha da proporci, magari ripercorrendo la sua carriera cronologicamente e godendovi i progressi compiuti da S.A. Continua così!
Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 79/100
Tracklist:
01.Disperazione I 06:17
02.Rovine I 06:46
03.Rovine II 04:41
04.Rovine III 09:25
05.Disperazione II 08:56
Durata 36:05
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