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venerdì 4 ottobre 2013

Neptrecus - "L’Aube Du Déclin"

Full-lenght, Ancestrale Production / Mortis Humanae Productions, 2013


Dopo aver preso in analisi la prima e omonima Demo dei Neptrecus, gruppo formatosi nel vicino 2011, ora focalizzeremo la nostra attenzione sul debutto vero e proprio di questa neonata formazione, in cui sono stati riproposti tutti e quattro i brani della release precedente.


Il debutto di questa band francese inizia con “Prelude”, la classica intro che prepara il terreno con una marcia ritmata, conducendoci alla prima vera e propria traccia, “L’Eternel Sablier”: essa presenta riff taglienti e precisi di scuola nordica incastrati con perizia, un pezzo scorrevole e convincente. Un ottimo cambio di tempo a metà canzone è degno di nota, condotto con naturalezza, mentre verso la fine un’inaspettata struttura di chitarra sorprende brevemente l’ascoltatore e accompagna la canzone alla sua conclusione. Successivamente, in “Magna Grecia” il gruppo dà il meglio di sé. Vasti segmenti melodici si alternano a intermezzi spietati, con una patina di nostalgia che ricopre il brano; il ritmo sul finale rallenta e sfocia in una sezione armonica dominata dal lavoro delle chitarre che conclude la canzone com’era iniziata, ovvero con uno stato di contemplazione e rimpianto. In “Fiers Gaulois” rispunta visibilmente l’ispirazione scandinava: riff demoniaci, ma sempre serviti con un amaro retrogusto di depressione che scorre sotto alla composizione come un torrente sotterraneo, sentimento che costituisce il cavallo di battaglia di questa band. Sul finale, questo torrente sotterraneo emerge e prende il controllo dell'intero mood in un groove melodico conclusivo. Passiamo ad analizzare “406: Les Grandes Invasions”, che inizia con un arpeggio molto atmosferico, presto sovrastato da un riff molto cadenzato, il quale fa da base a un climax ascendente che cessa bruscamente poco prima di metà canzone, bloccato da un arpeggio simile a quello iniziale, per poi riprendere subito dopo con un ritmo costante, quasi ipnotico. Come cime degli alberi scosse dal vento, il movimento ci accompagna attraverso un breve assolo, dove c’è un ulteriore cambio, con un riff più serrato, che si protrae fino alla fine. Forse volutamente, le due tracce successive “Aus Royaume de Neustrie”  e “Auld Alliance” sono più ordinarie, mentre la title-track è estremamente ispirata, con un’elegante chitarra a condurre il complesso dal tono drammatico, quasi epico. L’andamento è marziale, grandioso, il risultato struggente.

I Neptrecus si sono dimostrati capaci di regalarci ottime composizioni, tra cui spiccano “L’Aube du Déclin”, “Magna Grecia” e “406 : Les Grandes Invasions”. Si distanziano dalla tradizione Black Metal tipica della Francia, adottando una produzione più fine, riscontrabile in un’influenza svedese. Invece che sbilanciarsi da una delle due parti in cui si collocano gruppi di questo genere nella scena francese (ovvero il Black più duro e puro da una parte, sperimentazione estrema e atmosfere Post-Black dall’altra), questa band sceglie una propria via, caratterizzata da momenti molto coinvolgenti dal sapore eroico o malinconico, a seconda delle circostanze, e una composizione varia, di buon livello.

Recensione a cura di: Abaddon
Voto: 83/100

Tracklist:

Prelude 01:34
L’Eternel Sablier 05:36
Magna Grecia 06:42
Sous Le Signe De L’Aquila 05:32
Fiers Gaulois 06:12
406: Les grandes invasions 05:28
Au Royame De Neustrie 07:15
Auld Alliance 07:43
L’Aube Du Déclin 06:04

Durata 52:01

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