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mercoledì 31 luglio 2013

Panzerfaust - “Vulvanera”

Full-lenght, Autoprodotto / Indipendente, 2012



Certi dischi riescono a spezzare in due le opinioni degli ascoltatori; o si amano o si odiano, non penso esistano altre vie di mezzo. Infatti, dopo aver dato un ascolto preliminare a “Vulvanera”, Full-lenght d’esordio della one-man band toscana chiamata Panzerfaust, mi è capitato di leggere in rete pareri molto discordanti da ciò che invece mi sono ritrovato a pensare non appena l’ultimo pezzo di questo controverso lavoro è giunto al termine.

“Vulvanera” è stato per me il classico fulmine a ciel sereno, un qualcosa che proprio non mi aspettavo di sentire, in quanto il Marchese Ferus (mastermind di questa realtà nostrana) definisce in maniera riduttiva la musica di Panzerfaust come Raw Black Metal: per quanto mi riguarda, qui dentro c’è molto di più. Il sound è decisamente “Raw”, esattamente come l’artista lo presenta, ma la batteria programmata e i ritmi freddi e senz’anima mi hanno fatto provare un forte retrogusto Industrial alla Mysticum, che permea tutti i quarantotto e oltre minuti dell’insieme. I brani si susseguono trasportando l’ascoltatore in regni oscuri dominati da malattia mentale e fisica, per la maggior parte marziali e ansiogeni ai massimi livelli (a questo contribuiscono le più che ottime parti vocali parlate nella nostra lingua, che risaltano la meravigliosa voce di Ferus) e la qualità non accenna a scendere neanche un po’ dall’inizio alla fine. Insomma, tutto questo per dire che non è assolutamente la classica uscita Raw Black “semplice ma efficace”, ma bensì un qualcosa di complicato e con tanto lavoro dietro, che trascende la crudezza BM fondendola con cupa ossessività industriale. La title-track, posizionata dopo l’intro iniziale, trasmette bene quello che prima ho cercato di dirvi: velocità e rabbia raffreddate da una distaccata glacialità; sarà poi “Regno nel Dolore” a rallentarne i tempi, mostrandoci visioni infernali nei suoi quasi otto minuti carichi di oscurità. Altri momenti che mi hanno colpito molto sono stati i mantra satanici di “Tormento” e la cattiveria di “Black’n’Roll” (anche se non è proprio così che intendo il Black’n’Roll...), che insieme alla strepitosa “Alleluja” forse hanno raggiunto i picchi più alti del platter. Da menzionare anche “Absentia Diaboli” e “Umbra Mortis”, decisamente buone ma non come quelle che ho menzionato precedentemente.

In Panzerfaust quindi ripongo le mie più alte aspettative, e voglio credere nel futuro di questo progetto. Chiarisco (e ribadisco) che non è un semplice prodotto Raw Black Metal, e chi pensa di trovarsi ad ascoltare una cosa del genere ne rimarrà deluso; “Vulvanera” è qualcosa di più, è sperimentale e per certi versi anche innovativo, senza correre il rischio di poter essere etichettato diversamente dall’appelativo Black Metal e con una produzione sonora marcissima che farà esitare chiunque a non descriverlo anche come “Raw”. Lo consiglio soprattutto a chi vuole qualcosa di diverso, qualcosa che non si sente tutti i giorni nel panorama del Metallo Nero ma che rimane ancorato alle sue origini, qualcosa che sembra all’avanguardia ma che invece non si è mai mosso dal luogo dove è nato, ignorante ma anche lontano dagli schemi a cui siamo abituati. Un vero delirio.

Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 79/100

Tracklist:

01.Intro 01:51
02.Vulvanera 06:40
03.Regno del dolore 07:28
04.Malatiah 03:18
05.Absentia Diaboli 06:27
06.In Tormento 03:34
07.Black'n'Roll 01:53
08.Umbra Mortis 04:21
09.Alleluja 04:31
10.When the life is on fire 04:07
11.Per ottobre 04:35

Durata 48:45

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