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venerdì 8 marzo 2013

“Kaleidoscopic Black Depression”


Demo, Autoprodotto / Indipendente, 2012


PREMESSA: Purtroppo il sito non permette di visualizzare il nome di questa band nel titolo del post; chiariamo quindi che il nome di questo progetto è <0>>0<.

Il nome molto spesso inganna: in giro si trovano progetti dai nomi cervellotici che fanno uscire dischi completamente ignoranti o vice versa, ovvero moniker che sembrano usciti dalla bocca di un depravato analfabeta ma se ascolti un loro pezzo capisci invece che l’insieme è ragionato e preciso, con suoni limpidi e cristallini. Quindi non fatevi ingannare dall’impronunciabile nome di questa realtà tutta italiana nata nei primi mesi del 2009 dalla mente dell’omonimo musicista, un nome decisamente strano che, secondo me, non “descrive” affatto quello che il platter in questione racchiude al suo interno.



Leggendo in seguito i nomi dei titoli presenti nella tracklist di questa Demo, qualsiasi ascoltatore di Black Metal medio non può far altro che pensare: “Se si chiama in quel modo e parla di altre dimensioni, viaggi astrali e sistemi stellari non può altro che essere una band dedita alle sperimentazioni avanguardistiche”; ma questo pensiero non può essere più sbagliato di così. Infatti, a parte alcuni momenti dedicati interamente ad oscuri synth che fabbricano atmosfere Dark Ambient da far sembrare all’ascoltatore di fluttuare nel vuoto circondato dall’intera oscurità dello spazio, “Kaleidoscopic Black Depression” contiene tracce BM della scuola americana che aveva come docente il defunto Xasthur, nonostante le vocals siano più violente di quest’ultimo in molti punti e le chitarre non siano ripetitive come quelle di Scott. Quindi vi dico già che i nomi in questo caso potrebbero trarvi nuovamente in inganno, perché qui non c’è proprio nulla di Depressive, nonostante questa odiata parolina compaia in bella vista sulla cover (del resto, io non ho mai reputato neanche Xasthur un progetto Depressive, per me non c’entra proprio nulla). Fantastiche le prove affrontate nella opener “Nebular Death”, che nonostante il già citato sound Xasthuriano, sembra un pezzo pensato e scritto dal suo conterraneo Akhenaten per Judas Iscariot, oppure nella lenta e tenebrosa “Fourth Dimension of my Broken Mind” (qui invece ad essere preponderante è sempre l’ispirazione a Malefic); geniale anche il viaggio mentale Dark Ambient di Abysmal Travel, dove il mastermind, come ho già detto precedentemente, si rivela molto talentuoso nell’estraniare chi sta ascoltando dal pianeta dei viventi.

Il consiglio che posso darvi e che vi ho già dato molte altre volte è di non badare eccessivamente ai nomi e di lasciar stare i pregiudizi, cercando solamente di ascoltare e di lasciarsi trasportare dai contenuti invece di perdere tempo a selezionare le immagini di copertina più belle (anche se queste ultime fanno molto, non sono tutto nel mondo della musica). Infine vi consiglio anche di ascoltare questo “Kaleidoscopic Black Depression”, una piccola scoperta nell’underground di casa nostra che potrebbe destare molto interesse in futuro, soprattutto in quelli come me che adorano certi tipi di suoni. Non so voi, ma io terrò sicuramente sott’occhio questi <0>>0<.

Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 70/100

Tracklist:

1.Nebular Death 06:04
2.Black Stellar Depression 05:20
3.Abysmal Travel 08:11
4.Fourth Dimension of my Broken Mind 05:25
5.Cosmic Overload 05:46
6.Escape from Life on Earth 08:30

Durata 39:16

www.myspace.com/blackmetalfromvolterra
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