IMPORTANTE: NOCTURNAL POISONING WEBZINE CERCA REDATTORI!
Se hai ampie conoscenze sul Black Metal, segui la scena frequentemente, ti piace scrivere e puoi darci la tua disponibilità, contattaci al seguente indirizzo: nocturnalpoisoningzine@gmail.com

Inoltre, finchè non avremo un numero di redattori sufficiente per poter aggiornare la nostra Webzine ogni giorno, la pubblicazione di nuove recensioni sarà discontinua.

- Lo Staff di Nocturnal Poisoning.

venerdì 30 marzo 2012

Aborym - "Psychogrotesque"

Full-lenght, Season Of Mist, 2010


Gli Aborym non hanno bisogno di alcuna presentazione; c'è chi li ama e chi li odia, ma senza dubbio sono uno di quei gruppi italiani che all'estero sono riusciti a guadagnarsi un nutrito seguito, anche perché sono senz'altro tra i capostipiti del cosiddetto "Industrial Black Metal", definizione che potrebbe andare bene per i precedenti loro capitoli ma che a mio avviso va un po' stretta a questo "Psychogrotesque".


Già con il precedente album "Generator" abbiamo assistito ad un progressivo allontanamento da quello che era stato fatto in precedenza, con spostamenti su territori più "Metal" inteso in senso stretto, quindi con suoni più diretti rispetto al passato, che ritroviamo (addirittura amplificati) anche in "Psychogrotesque"; in aggiunta, in questo episodio abbiamo una complessità di soluzioni sia elettroniche che "analogiche" che non ho mai trovato in un disco targato Aborym: sia chiaro, i dischi del gruppo non sono mai stati propriamente semplici. Questo nuovo capitolo è strutturato come Concept e diviso in 10 parti: per capire di cosa tratta consiglio di leggere attentamente i testi, io in questa sede cercherò di parlare della parte musicale.

La line-up presenta delle sostanziali novità: in primis dietro al microfono non c'è più  Prime Evil ma c'è Fabban Malfeitor (dedito anche al basso come sempre), mentre alla chitarra abbiamo Hell:I0:Kabbalus, al secolo Paolo Pieri (Hour Of Penance, Malfeitor), che ha caratterizzato in modo sostanziale il sound del disco grazie al suo stile chitarristico (udibile anche su "Incubus" dei Malfeitor); infine come sull'album precedente abbiamo Bård "Faust" Eithun alla batteria. "Psychogrotesque" inoltre può vantare una nutrita schiera di ospiti tra i quali Karyn Crisis e Davide Tisio, per citarne un paio.

La produzione è davvero nitidissima e permette di ascoltare ogni singola sfumatura, fin dall'esordio del disco  possiamo apprezzare lo spessore delle chitarre e più in generale l'enorme ruolo che svolgono nel caratterizzarlo, sia da un punto di vista "solistico" che da uno ritmico, fondendosi alla perfezione con il drumming (sia umano che elettronico),  alternando volentieri riff di stampo Black con altri di stampo Death; la parte "metal" è naturalmente affiancata da una componente elettronica ben caratterizzata (ascoltate "III" per esempio), in certi casi predominante ("VIII"). Gli Aborym avevano già creato in passato brani del genere (anche se in maniera un po' diversa), però non vi avevano mai inserito elementi estranei e melodie così elaborate che, tra l'altro, rendono alla perfezione l'idea dell'atmosfera malsana trattata nel concept: mi riferisco in particolare alle parti "V", "VI" e "VII" (da citare la presenza del Sax di Marcello Balena); si tratta di passaggi che non sono in alcun modo legati a quello che hanno sempre prodotto i Nostri. La traccia conclusiva "X" rientra nella descrizione fatta poco prima (al suo interno è presente anche una ghost-track): grazie ai cambiamenti di mood che la caratterizzano, essa risulta la degna conclusione di un lavoro di tale calibro.

Come in altri casi, quando ci si trova davanti ad un lavoro molto elaborato e con molte sfaccettature, è difficile dire a parole cosa ci si può trovare all'interno. "Psychogrotesque" è un disco "Aborym", e come tale ha certe caratteristiche, però come il precedente "Generator" è più umano o per lo meno da un punto di vista musicale è meno alienante, se vogliamo più accessibile; non sono presenti momenti "cacofonici" (che se pur in maniera minimale, in passato erano presenti) in favore di melodie malate molto elaborate e soluzioni stilistiche davvero ben riuscite, tra cui l'uso del Sax che obiettivamente ormai è quasi una consuetudine, anche se quando viene utilizzato bene (come in questo caso) riesce a risultare comunque originale. Come già detto all'inizio, gli Aborym di oggi non possono più essere considerati solo Indutrial Black Metal, perché con "Psychogrotesque" sono arrivati ad una raffinatezza e ad una ricercatezza del suono che sarebbe un peccato etichettarli semplicemente in quel modo.

Recensione a cura di: Pravus
Voto: 85/100


Tracklist:

1.I 01:56  
2.II 05:03
3.III 04:05  
4.IV 04:36 
5.V 05:40  
6.VI 06:14
7.VII 05:12 
8.VIII 02:30  
9.IX 02:48  
10.X 08:43

http://www.myspace.com/aborym666