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venerdì 3 febbraio 2012

Ihsahn - "After"

Full-length, Candlelight Records, 2010


Per un Artista come Ihsahn mi rifiuto di fare una presentazione, mi limito a ricordare quello che ha fatto negli ultimi anni: nel 2006 ha creato il primo album solista "The Adversary", in seguito nel 2007 ha collaborato al progetto Hardingrock insieme a sua moglie (Starofash) e al musicista Knut Buen dando vita a "Grimen", lavoro che unisce musica tradizionale norvegese a Metal ed elettronica; infine, un anno dopo esce la sua seconda fatica da solista, "angL": se non li avete ascoltati, vi consiglio di farlo. L'ultimo arrivato è "After", uscito a inizio 2010 e a mio avviso segna una svolta nella carriera di questo straordinario artista.


"After" è un lavoro diverso dai precedenti, e le prime volte che lo ascoltai rimasi un po' frastornato e non troppo soddisfatto, ma con il passare del tempo la mia opinione è cambiata e posso dire senza dubbi che si tratta del disco che ho ascoltato maggiormente negli ultimi due anni. Fare un track-by-track a mio avviso è riduttivo e inutile, a causa della quantità di stili racchiusi in ogni singola canzone, ma ad ogni modo proverò ad elencare i tratti salienti di ogni pezzo. L'opener "The Barren Lands" immerge perfettamente l'ascoltatore in ciò che sarà riscontrato in seguito già dalla seconda traccia, "A Grave Inversed", caratterizzata da una ritmica molto serrata, blast beat e soprattutto dallo schizofrenico sax di Jørgen Munkeby degli Shining (quelli norvegesi, che consiglio di provare). La title-track ci fa riprendere fiato per qualche istante, si tratta di una canzone veramente straordinaria che mostra come sarebbero stati i Pink Floyd se avessero fatto Metal; si prosegue con "Frozen Lake On Mars", altro gioiello dove le parti più violente si fondono alla perfezione con assoli e refrain in voce pulita molto evocativi; arriva quindi il turno di "Undercorrent", che forse si presenta come l'episodio
migliore e descriverla è veramente difficile perché nei suoi dieci minuti di durata troviamo veramente di tutto: mi limito a dire che l'umore della musica e quello del testo vanno di pari passo. La successiva "Austere" è la più lenta e la più melodica inserita apposta prima della successiva " Heaven's Black Mirror" che invece è molto aggressiva, in cui il lavoro svolto da Ihsahn sulla sua 8 corde si sente perchè riesce a creare un riff alla Meshuggah molto efficace. Infine la conclusiva "On The Shores" inizia riprendendo la melodia del Sax presente in "Undercorrent", e proprio come quest'ultima possiede moltissimi cambi di umore, accompagnando delicatamente (ma non troppo) l'ascoltatore alla
fine di questa maestosa opera.

Dalle parole che ho speso non ci vuole molto a capire che per me questo è un vero capolavoro: a differenza dei precedenti lavori solisti di Ihsahn, le parti Black Metal sono limitatissime per non dire assenti, ma le atmosfere evocate appartengono a tale genere e le lyrics, molto ermetiche a dir la verità, sono anch'esse molto interessanti. Devo inoltre dire che quest'album mi ha cambiato un po' l'approccio che avevo con certi tipi di musica, e mi ha permesso di esplorare generi affini, che prima non avrei preso in considerazione.

Recensione a cura di: Pravus
Voto: 90/100


Tracklist:

1.The Barren Lands 05:12  
2.A Grave Inversed 04:25 
3.After 04:47 
4 Frozen Lakes On Mars 05:54  
5.Undercurrent 10:00 
6.Austere 06:16 
7.Heaven's Black Sea 06:15 
8.On the Shores 10:12  

http://www.ihsahn.com/
http://www.myspace.com/ihsahnmusic